La complessità della mente interpretata secondo la sua coscienza è una delle incognite più enigmatiche e affascinanti che ha visto incalcolabili tentativi di parafrasi nel corso dei secoli. Da sempre, infatti, il quesito sull’origine dell’individualità dell’uomo è posto al centro delle riflessioni del genere umano e oggi, con il progresso e l’innovazione tecnologica, si sono sollevati dilemmi etici e morali che hanno ispirato non solo nuove regolamentazioni in materia, ma anche i membri del team cileno PlayMeStudio, autori del curiosissimo The Signifier: un’avventura investigativa dalle sfumature tech-noir in prima persona che ci permetterà di indagare in profondità all’interno di una versione digitalizzata della psiche umana.
Come lo stesso titolo del gioco suggerisce, il leitmotiv che compone l’intessuto della trama origina il suo indirizzo nel Signifiant postulato dallo psicanalista e filosofo francese Jacques Lacan, considerato un controverso luminare del suo periodo successivo a Freud e, in particolare, delle correnti dello strutturalismo e del post-strutturalismo: un movimento che pone alla base del proprio ragionamento la struttura del linguaggio – non a caso verremo accolti dalla celebre tela surrealista La Trahison des images, realizzata da René Magritte e raffigurante una pipa accompagnata dalla locuzione: “Ceci n’est pas une pipe” (in italiano: “Questa non è una pipa”); del resto, chi mai potrebbe fumare la pipa del quadro? -. In semiotica, infatti, è il dualismo tra “significante” e “significato” a costituire il cosiddetto segno linguistico tracciato dal linguista svizzero Ferdinad de Saussure: il significante viene associato alla sua parte fisicamente riconoscibile – elementi grafici e fonetici -, mentre il significato si considera meramente come entità mentale, in questo modo ogni percezione fisica viene interpretata dalla nostra mente mediante una struttura espressiva che conduce a precisi significati.
La collimazione di queste teorie e dell’indagine forense inserita in un contesto estremamente innovativo e pilotato da intelligenza artificiale e riproduzioni virtuali, hanno portato al concepimento di questo videogioco investigativo che ricalca le meccaniche già presenti in titoli come Observer di Bloober Team, Soma di Frictional Games o Get Even di The Farm 51, esaltandone le potenzialità personali e arricchendo il pacchetto finale con l’introduzione di una stratificazione psicologica soggettiva decisamente interessante.
Un giallo dilemmatico
In apertura a The Signifier verrà presentato un contesto nel quale la ricerca sull’intelligenza artificiale, i social media e la tecnologia di scansione del cervello umano hanno portato a tre sviluppi principali: la costituzione di un dipartimento di tutela della tecnologia – incaricato di mantenere le strutture democratiche al sicuro da abusi tecnologici -, la redazione di una complessa regolamentazione internazionale che disciplina il trattamento dei dati personali all’interno della scansione cerebrale e, infine, l’affermazione di inevitabili tensioni tra le varie economie mondiali derivanti dagli inesorabili passi avanti effettuati nel campo delle IA.
In questo clima delicato e fremente, il nostro compito sarà quello di indagare, nei panni del ricercatore ed esperto in psicologia Frederick Russell, sulla morte della vice-presidente di GO-AT, una delle compagnie tecnologiche più potenti e all’avanguardia del nostro tempo. Per farlo, dovremo fare affidamento su un prototipo sperimentale di scanner cerebrale creato dallo stesso protagonista e chiamato Dreamwalker: un sofisticato macchinario gestito dall’intelligenza artificiale Evee che permetterà di virtualizzare e di esplorare la simulazione dei ricordi sensoriali reclusi nelle profondità del subconscio e distinti sapientemente in rappresentazioni oggettive – derivate dalla digitalizzazione delle informazioni sensoriali effettive, prevalentemente vista e udito – e soggettive – influenzate, invece, dallo stato emotivo e fisico del soggetto in esame.
Ad assegnarci questo compito apparentemente immorale e controverso, sarà l’ufficio TBC (Technology Safeguard Bureau), il quale sospetta che il decesso della vittima non sia stato causato da un’overdose di pillole come suggerito dalle indagini preliminari, ma da un omicidio premeditato che risulterà di vitale importanza documentare, a costo di violare i teoremi etici imposti dallo stesso dipartimento. Immersi in un viaggio biforme nel quale i dubbi della realtà verranno sovrapposti a dimensioni virtuali oniriche e distorte, vengono inevitabilmente a crearsi i presupposti per vivere un’esperienza suggestiva ed unica nel suo genere che affonderà le sue radici in un’investigazione intima e pittoresca.
L’interpretazione dei sogni
Comprendere le meccaniche di The Signifier non sarà esattamente intuitivo ed è purtroppo indispensabile introdurre l’analisi più tecnica del gioco con questa premessa. Non è prevista una traduzione in lingua italiana, pertanto è consigliata una buona conoscenza dell’inglese per riuscire a decifrare i suggerimenti offerti dal copione che fortunatamente non risulterà articolato o complesso. Abbiamo già anticipato, dunque, la necessità di ricostruire digitalmente la presunta scena del crimine che ha portato al decesso di Johanna Kast. Questa riedificazione dovrà essere effettuata intervenendo con un’analisi approfondita della vita della vittima a partire dai ricordi più recenti, fino a scavare nel passato più remoto ed infantile della sua esistenza.
Dalla nostra avremo il supporto di Evee, un’intelligenza artificiale che ci permetterà di intervenire tramite comandi vocali nell’ambiente virtuale simulato dal Dreamwalker. Ella potrà analizzare quelli che il gioco definisce raw data – elementi distorti che una volta riordinati risulteranno significativi per accedere agli strati più profondi del subconscio -, inoltre, ci guiderà con preziosi e fondamentali consigli e opererà attivamente nella simulazione eseguendo i comandi imposti dal giocatore tramite un pannello di controllo dedicato alla gestione della linea temporale della vita del soggetto in analisi e alla selezione degli stati oggettivo e soggettivo all’interno dei singoli eventi progressivamente ricostruiti. Ciascuno di questi momenti, infatti, si disgiungerà in due versioni strettamente collegate la cui esplorazione incrociata permetterà di individuare tutti e quattro gli avvenimenti principali che permetteranno di ricomporre definitivamente l’evento tramite l’interazione con alcuni elementi, il risolvimento di particolari puzzle “emotivi”, la manipolazione temporale permessa da timewarp presenti nelle dimensioni e il controllo di alcuni avatar preesistenti che apriranno nuove strade altrimenti inaccessibili.
Software e realtà virtuale non costituiranno l’unico spazio di manovra offerto in The Signifier. Allo studio strutturale della mente della vittima, avremo la necessità di sovrapporre indagini nel mondo reale che ci porteranno all’esplorazione di alcuni punti chiave all’interno di una mappa circoscritta e a rivelazioni sulla vita privata del nostro protagonista che spezzeranno accortamente i ritmi surreali offerti dalle nostre ricerche, riportandoci per qualche istante coi piedi per terra.
Qualche sbavatura
Non c’è alcun dubbio che l’esperienza offerta da The Signifier sia meritevole di considerazione, l’affiatamento e la coesione del team cileno che si è occupato del suo concepimento è palpabile e il risultato finale ne è testimone e sostenitore. Non mancano però alcune imperfezioni che finiscono con l’interferire direttamente sul proseguimento del gioco come bug significativi, lunghi caricamenti saltuariamente fallimentari che costringono al riavvio del software e l’imprecisione di alcuni indicatori di interazione con gli elementi presenti nelle varie scene che porteranno a rallentamenti nella progressione delle indagini.
A queste sbavature tecniche – serenamente giustificabili viste le circostanze di debutto dei ragazzi di PlayMeStudio – va purtroppo a sovrapporsi una certa facilità nella perdita dell’orientamento dovuta a indicazioni poco esaustive e alla inevitabile e fedele rappresentazione caotica della mente umana che potrebbe portare a momenti di smarrimento, soprattutto in alcune dimensioni virtuali soggettive. Probabilmente non aiuta la particolarità dei puzzle proposti dal gioco i quali però, in questo caso, forniscono un valore aggiunto sia alla rappresentazione ideologica dell’analisi mentale e dell’immedesimazione nel soggetto sia alla qualità complessiva del prodotto.
Resta fermo il lato luminoso della medaglia, costituito dall’estro creativo infuso in ogni sua forma e rilevabile non solo nel comparto artistico che si avvale di un’ottima alternanza di ambienti reali e surreali e da una gestione del sonoro estremamente accurata (consigliamo infatti di giocare al titolo provvisti di cuffie), ma anche e soprattutto nella capacità dimostrata attraverso la rappresentazione visiva dell’intrusione delle emozioni nell’interpretazione degli avvenimenti. Inoltre, la maturità dei temi trattati sia a livello intimo e personale sia a livello economico e politico – in questo caso sono particolarmente interessanti le considerazioni in materia di legislazione della privacy e sulle controversie etiche che potrebbe comportare l’intromissione nella percezione soggettiva dei soggetti deceduti – contribuiscono ad innalzare l’asticella dell’esito finale (e a rendere questo titolo sconsigliato ai più piccoli).
In conclusione
The Signifier è un titolo che vale la pena di essere giocato, soprattutto per gli appassionati di investigazione psicologica e, più in generale, delle avventure in prima persona che presentano ambientazioni e avvenimenti irreali che giocano su esegesi e prospettiva. La tensione riprodotta attraverso la ricerca del punto di vista di un estraneo, influenzata da preconcetti e apparenze generate dallo stato sociale del soggetto in questione, riesce a creare un’atmosfera pulsante e, allo stesso tempo, accattivante che è riuscita a convincere anche i membri di Raw Fury, il publisher di videogiochi indipendenti che ha più volte dimostrato, soprattutto negli ultimi anni, la propria lungimiranza.
Il gioco è disponibile su PC, Playstation 4 e Xbox One dal 15 Ottobre 2020 e siamo più che convinti che con la sua narrazione stratificata, le scelte da compiere, le sfide proposte e soprattutto il prezzo onesto di lancio, sia meritevole di trovare uno spazio accogliente nelle vostre librerie digitali di Steam!
Fonte: NerdPlanet