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Peepholes Chronicles Weird John Anteprima Non Aprite Quella Porta

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Nelle giornate appena trascorse, dal 26 al 29 novembre, si è tenuta in una malinconica versione digitale l’acclamata Milan Games Week 2020: fiera annuale dedicata interamente al mondo dei videogiochi nel corso della quale siamo stati abituati a conoscere e provare in anteprima i titoli del settore all’orizzonte. Tra le diverse categorie presenti, di particolare interesse è risultato il panel dedicato all’universo indipendente, il quale, con la sua attenzione distinta per le produzioni nostrane, ha saputo deliziarci con magnifiche sorprese già in occasione delle edizioni degli scorsi anni. Nonostante l’impossibilità di partecipare di persona alla manifestazione, abbiamo avuto modo di mettere le mani sulla dimostrazione di The Peephole’s Chronicles: Weird John: un’avventura punta e clicca di derivazione tradizionale, nonché membro emergente del pool di produzioni made in Italy, sviluppata dai ragazzi di Black Corporation.

Prima di ogni altra cosa, ci teniamo a ricordare che l’accesso alla demo è libero e gratuito e potrete effettuare il download al seguente link, assistendo di persona alla materializzazione delle idee e delle visioni dei suoi sviluppatori e avendo anche modo di contribuire direttamente alla conclusione di questo particolarissimo progetto “senza filtri”. L’inizio dei lavori, infatti, risale all’Aprile del 2017, sotto il nome “The Door” ed è stato grazie al successo ottenuto con la prima presentazione presso l’edizione dello stesso anno di Gamescom che lo sviluppo ha preso consistenza, arrivando fino ad oggi in una versione quasi completamente rivisitata e migliorata che ha trasformato un piccolo sogno in realtà.

Tra paranoia e follia

Mancano pochi giorni a Natale, un pennarello del colore del sangue scandisce il tempo che separa lo “strano” John dalla fine di tutto. Siamo ancora vivi. Dobbiamo resistere fino a Natale.

In una dimensione ibrida racchiusa tra sembianze familiari e contemporanee e la previsione di un futuro ipotetico ed irreale, ci ritroveremo a vivere i sintomi di una patologia che accarezza la paranoia e sfiora manie di persecuzione che costringono il nostro protagonista ad una vita di reclusione che ricorda quella condizione al confine con la follia sperimentata da Jerry nell’opera letteraria fantascientifica del mastodontico Philip K. Dick: Un Oscuro Scrutare. Così, il nostro mondo si trasforma in una stanza, un microcosmo maleodorante al quale non sentiremo di appartenere e che non riesce neanche lontanamente ad adempiere al compito di risultare rassicurante.

A proteggere la nostra incolumità dai pericoli dilaganti dei quartieri di Oniricity c’è solo una porta e il suo spioncino sarà il nostro occhio sul mondo (da qui il titolo Peephole’s Chronicles, tradotto “cronache dello spioncino”). Le strade sono occupate da un numero crescente di criminali e loschi individui e, come se non bastasse, notiziari e quotidiani parlano di avvistamenti alieni che contribuiscono a rafforzare le ansie e le paure di John, la cui visione della realtà risulta distorta da un filtro di terrore che la proietta come fosse un film il cui finale è già scritto e sul quale non è possibile esercitare alcun potere. Dietro un sottile strato di legno e finestre dai vetri scheggiati, la vita sembra andare avanti senza porsi troppe domande, soffermandosi ogni tanto sull’uscio della nostra casa come fosse un posto di blocco presso il quale è necessario lasciare o strappare un pedaggio.

In questo spazio ristretto vivremo una relazione ambigua con noi stessi e con gli svariati personaggi che sosteranno al nostro ingresso o che faranno squillare il telefono, alcuni dei quali noti al protagonista, altri sconosciuti, tutti inaffidabili e malsicuri. Una cosa certa è che il giocatore sarà un burattinaio estraneo al quale non rimarrà altro che giudicare dalle apparenze per decidere se aprire o meno quella porta e andare incontro ad un destino che potrebbe ferirci letalmente o, al contrario, permetterci di ottenere ricompense fondamentali (oggetti o denaro) per la nostra sopravvivenza.

L’obiettivo, comunque, è resistere fino a Natale.

Punta, clicca e sopravvivi

Il tempo scorre, si ferma, un’ombra si proietta sempre più scura sotto lo spiffero della porta, senti bussare. Poi un colpo di tosse e una scelta: guardare attraverso lo spioncino, rispondere, aprire o non fare nulla. Nonostante la bidimensionalità tipica delle avventura punta e clicca, l’ansia si fa quasi palpabile a fronte della scarsità di informazioni e sarà l’istinto, guidato da quelli che a tutti gli effetti possono essere definiti “pregiudizi d’immagine”, ad orientare le nostre decisioni. Purtroppo, ciò che risiede oltre l’uscio di casa non sarà il nostro unico nemico. Tutto ciò che ci circonda, infatti, risulta ostile: l’arredamento scelto dalla moglie che ci ha abbandonato, il telefono che squillerà tra una visita e l’altra, il buio che proviene da una stanza adiacente al salotto, persino il condotto d’areazione sembra celare minacce oscure.

In questo contesto inquietante ed indecifrabile, l’unica fonte di tregua proviene da un calendario appeso al muro che ci permetterà di mettere il gioco in pausa (e di conseguenza di fermare la lancetta dell’orologio che segna l’ora) e dagli oggetti conservati nell’inventario – qui semplicemente appoggiati ad un tavolo -, molti dei quali dovranno essere “facoltativamente” guadagnati per mezzo di una gestione positiva delle conversazioni con gli svariati individui coi quali avremo il dispiacere di interfacciarci. Questi oggetti, come ci si aspetta dall’intramontabilità del genere, potranno essere utilizzati solo in specifiche occasioni, oppure combinati tra loro per diventare a tutti gli effetti utili.

Ricordiamo che in questa sede possiamo riferirci unicamente ad una prima infarinatura del gioco, la quale ci permetterà di portare o meno a casa un solo giorno di vita in più. Avremo di conseguenza a che fare con una manciata di quelle che potrebbero essere definite quest secondarie, il cui adempimento risulta sicuramente premiante, ma che non necessariamente sembrano portare ad una sconfitta in caso di fallimento. Inoltre, molti oggetti risulteranno purtroppo inutilizzati, rivelando la necessità di gestire le risorse tra un giorno e l’altro (e, di conseguenza, un capitolo e l’altro) confermando, allo stesso tempo, un’ottima gestione del ritmo di gioco che ne permette una discreta rigiocabilità.

Il mondo che verrà

The Peephole’s Chronicles rappresenta un nostalgico e bizzarro tuffo nel passato che deforma il cinismo divertente delle origini delle avventure grafiche, stendendovi sopra un velo di atmosfera angosciosa spesso rievocata in produzioni più recenti come Fran Bow, il meraviglioso The Cat Lady o Downfall. Ciò che più sorprende e incuriosisce in questo caso è però la scelta di recludere l’intera o gran parte – ancora non ne abbiamo la certezza – dell’esperienza di gioco all’interno di quattro mura, riuscendo altresì a convincere fin da subito con un’aria tangibile e sicuramente individuale che spinge inevitabilmente il videogiocatore a voler andare fino in fondo alla questione. Provare per credere.

Un preliminare riconoscimento va senza dubbio al convincente stile grottesco e caricaturale, attorno al quale volteggia un sound design coerente e realistico. D’altra parte, risulta inevitabile nutrire la fervente speranza che nelle fasi più avanzate del gioco, il team nostrano riesca ad ammorbidire i comandi e le interazioni con l’ambiente per rendere ancora più immersivo e fluido quello che a tutti gli effetti si prospetta un viaggio atipico in grado di distinguersi come già hanno saputo fare altri titoli ludo-narrativi italiani come Still There di GhostShark Games e The Wardrobe di C.I.N.I.C. Games. La cosa certa è che The Peephole’s Chronicles non passa inosservato e affonda le sue radici ancora più in profondità all’interno della nostra curiosità.

Fonte: NerdPlanet

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