Margot Robbie. Per concludere questa recensione basterebbero due parole, nome e cognome di una delle migliori attrici che il panorama cinematografico contemporaneo abbia generato. Dopo anni che l’hanno vista prendere parte a pellicole più che premiate (basti pensare a I, Tonya e Once Upon a Time in… Hollywood, oltre che alla nomination agli Oscar di quest’anno per Bombshell, in arrivo in Italia nei prossimi mesi), all’alba dei suoi trent’anni Margot torna nel ruolo che la ha trasformata, nel 2016, in una vera e propria icona: parliamo di Harley Quinn, protagonista di Birds of Prey, in Italia dal 6 Febbraio.
Gettiamoci dunque in questa recensione in anteprima, rigorosamente priva di spoiler! Buona lettura!
Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn
La trama del film non è particolarmente complessa: Harley Quinn affronta la propria rinascita dopo la rottura con Joker, ritrovandosi immischiata in un complesso intreccio dove troverà come avversario Black Mask (tra l’altro interpretato da Ewan McGregor), la cui minaccia la costringerà a unire le forze a delle inedite quanto improbabili compagne: la detective Montoya, Black Canary e Cacciatrice.
Lo svolgimento finisce per essere piuttosto classico, con il vero centro di gravità attorno al quale ruota l’intero film costituito ovviamente da Margot Robbie e la sua Harley Quinn, come suggerisce il sottotitolo della pellicola. La situazione è tale da mostrare diversi livelli del racconto, un deciso punto a favore del lavoro svolto dalla regista Cathy Yan: se in superficie viene mostrata semplicemente l’azione pura e cruda, osservando il film si nota come venga mostrato il percorso di Harley Quinn dopo la rottura con Joker. Il personaggio passa da debole e dipendente dalla protezione altrui a vera padrona di se stessa, giocando così in maniera molto metatestuale, con Harley metafora di un intero modo di concepire l’universo femminile.
La grande efficacia nel film (dedicato ad un personaggio femminile, con una regista donna, in un anno in cui Warner e DC proporranno Wonder Woman 1984 diretto nuovamente da Patty Jenkins) è di dare spazio a diversi modi di rappresentare il mondo delle donne, tra vessazioni e reazioni: non solo Harley Quinn, ma anche le antre componenti del gruppo, a partire da Montoya e Black Canary, mostrano altre facce di una stessa medaglia.
Il film di certo non è un capolavoro, ma non è neanche da buttare in toto, proprio in virtù dell’importanza che un blackbuster con così tanta attenzione alle donne può avere nel mondo contemporaneo: gli si può perciò perdonare una trama in realtà inconsistente, in virtù di un sottotesto che ne ribalta la prospettiva e l’importanza. Cathy Yan alla regia fa comunque un buon lavoro, limando i difetti di una sceneggiatura piuttosto evidenti in Birds of Prey: a una parte iniziale intrigante e a una parte finale avvincente fa infatti da contraltare un secondo atto della pellicola piuttosto lento, privo di eventi degni di nota o di una qualsiasi forma di pathos. Yan riesce a giocare bene con ciò che ha disponibile grazie anche a un buon uso di sistemi come flashback e simili.
Birds of Prey riesce comunque a non annoiare, grazie a Margot Robbie pienamente calata nel ruolo, una vera e propria espressione della follia più pura. Divertente, intrigante, a dir poco potente: a volte sembra che il film sia stato realizzato solo per riportare il personaggio e la sua interprete sulla scena, e la cosa decisamente non dispiace!
Da un lato più tecnico, Birds of Prey è stato realizzato con un ottimo lavoro dei professionisti dietro le quinte. I costumi sono forse l’aspetto che convince di più: perfetti, non banali, ben studiati. L’intero cast diventa facilmente riconoscibile grazie a un’opera di design davvero niente male. Particolare anche la rappresentazione scenografica di Gotham: meno oscura, diversa da quella vista in Joker, ma decisamente più ideale per ambientare un film come Birds of Prey.
Difetto? Manca una colonna sonora davvero convincente, al contrario di quanto successo con Suicide Squad o lo stesso Joker. Peccato, perché il personaggio avrebbe saputo legarsi davvero bene a tracce iconiche.
Il cast convince, e non era una missione facile, considerando quanto peso ha Margot Robbie in tutto ciò. Certo, c’è chi riesce meglio e chi riesce peggio (a una ottima Montoya risponde una bidimensionale Cacciatrice), ma il risultato generale è piuttosto gradevole per lo spettatore.
Arriviamo così alla nostra conclusione: Birds of Prey e la fantasmagorica Rinascita di Harley Quinn è un film da vedere? Se dicessi di sì senza alcun dubbio mentirei. Come già detto, non è un capolavoro, ma non è neanche un film da buttare. Si posiziona in quella scala di grigi in cui molto lo fa la propria soggettività. Birds of Prey è una pellicola che ruota intorno a Margot Robbie e al personaggio, in un crescendo di pazzia, tra momenti no sense e sequenze adrenaliniche. Ideale per passare due ore divertenti al cinema, meno per chi cerca un film autoriale. Ma se parliamo di film impegnato, non dimentichiamo che Birds of Prey lo è, con la difficile missione di portare al cinema una storia che parla di donne, sorridendo e scherzando, mescolando tragedia e commedia. Un po’ come la vita di quelle stesse donne a cui è indirizzato il film.
Birds of Prey e la fantasmagorico rinascita di Harley Quinn
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Regia
7.5/10
Trama
6.0/10
Cast
7.5/10
Colonna sonora
6.0/10
Effetti speciali e costumi
8.0/10
Pros
Margot Robbie strepitosa
Un buon messaggio
Ottimo il lavoro sui costumi e le scenografie
Cons
Un secondo atto lento e banale
Trama mediocre
Fonte: NerdPlanet